Il cielo sopra l’agave

 

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Il giardino Perduto

 

Non tutto ha cessato di esistere

Nello sfarzo di luci e stagioni

Resta un fiore del giardino perduto

Dipinto per te,bambina lontana

E madre eterna

Sorso di un ultimo sorriso non ricambiato

Reliquia d’amore

Spirale di stella, ombra di vita che va

Verso un paradiso, chissà

Che stringe la mia mano

Nella malinconia

Oltre la scia del tempo

Fiori

Fiori

Sulla terra diventata fango

Del giardino perduto .

 

Fiocchi di luce

Un incanto di stelle stanotte

Che vanno ad oriente

Punture di desideri

Fiocchi di luce

Nebbie di smarrimenti

In un mare immenso .

 

 

Agave solitaria

Agave solitaria

Sulla roccia amara

Dell’isola percossa

Dall’urlo del vento

Tendi mani spinose

Dolorose ferite

Alla stella che cade

Nel nulla che preme

 

 

 L’estate è finita

 

L’estate è finita

Ultima ondata, indefinibile,inattesa

Lascia tracce rilevanti

Della sua effervescenza

Del mio bisogno emozionale

E mi metto lì a guardare

Tutto ciò che resta

Stralunata e ironica

Guardo:

il flusso lirico della luce che muore

monili a forma di conchiglie

sulla fronte del mare.

 

 

Fragmenta cordis

A Jacopo (25 ottobre 2014)

 

Fragmenta cordis/ frammenti di cuore/

Sequenza di momenti/Impastati di dolcezza/

Una storia d’amore tra madre e figlio/

Un dialogo.

Un diario raccolto e registrato

Nelle pause del vento/tra lacrime di tenerezza

E altalene di attese.

Per prima cosa sei nato tu/in un giorno di ottobre/

Profumato dai giardini del mare/

il mio mare con vene turchine/col tuo cuore di miele/

col tuo nome latino/sotto un cielo pulito/

Grande è la scala armonica di questo giorno/

Figlio/

Che la luce non ti manchi/

Che il tuo cuore non si stanchi…/

Che il tuo sogno non si spezzi.

 

 

 

A Edoardo

(7 luglio 2014 )

 

Vedi, ti dicevo

E prima ancora che nascessi,

mi dicevo

ed era una favola, un sogno mai sognato per intero…

perché solo la tua vita la percepivo stupenda.

Vedi, ti dicevo

e prima ancora dei tuoi passi incerti

mi dicevo

questo è il tuo momento, di brindare alla luce

ingorda di futuro

su questo secolo giovane,

come te, figlio mio.

Vedi, ti dicevo

E prima ancora che scrivessi il tuo nome,

mi dicevo

leggi con cura

cieli o mondi, pianeti o luoghi…

ciò che poi andrai a vedere brillerà

e si farà chiaro.

Vedi, ti dicevo

E prima ancora del tuo primo sorriso

mi dicevo

della felicità in un mattino di luglio che chiude

i tuoi giochi di ragazzo all’avvenire vibrante

su questo Paese che sta declinando

eppure prorompe in te fiducia e speranza.

Vedi, ti dicevo

E prima ancora, mi dicevo—

 

 

AMORE INFINITO

(Ai miei Figli)

 

Sotto l’albero del distacco

di foglie ai rami intrecciate,

Vedo le vostre ombre allontanarsi,

bramose di emigrare, in alto

come piccole aquile,

in basso come navi senza orizzonti.

Ecco: dolce è la notte insonne,

non più bambina, mentre una mano tentenna,

è la mia, nell’ultimo saluto;

leggera è la notte, velata di aurighe, leoni e pesci

fantastici;

voce roca è la notte, di un canto non finito,

cuore pieno di cose non dette.

Assomiglia all’Amore. Assomiglia alla Vita.

27 settembre 2014

 

 

Breve messaggio ai miei Figli – Assistere alla Vostra crescita è stata l’esperienza più bella, seppur difficile, della mia vita; chiudo gli occhi e con uguale dolcezza vi parlo: vi vedo autonomi,forti, equilibrati ; nell’incerto cammino del mondo,Voi siete Fratelli legatissimi e complici. Delle illimitate solitudini, che ho conosciuto,basta guardare le mie mani: quanti tagli di conchiglie le hanno fatte sanguinare, ora ne ho la certezza e trovo pace: non sarete mai soli. Nell’ansia di abbracciarvi. Mamma.

 

 “Sea cook” (or tresaur Island)

A  Jacopo e Edoardo

 

Jim Hawkins , era solo un ragazzo/

aveva un albero Jim Hawkins/ su cui arrampicarsi/

in alto mare e scrutare il cielo:

le stelle tremano, forse hanno freddo/

o paura dell’ oscura immensità.

Nostalgia di ritorno profonda/ furore dolce di musica/

profumo di Atlantico/Alla deriva il“barile delle mele” /

e il veliero dei sette mari ?  sogno incagliato/

tra bianche gorgonie e fogliame pendente/

lunghissimo e lento/ BellePinne affollanno il suo fianco/

Scricchiolio di funi /sfilacciate farfalle:

risveglio di ali dell’intorpidito fantasma /

non più sorpreso da tempeste potenti/

e John Silver, lo sa, conscio della sua responsabilità:

rubare per nascondere il bottino senso non ha/

Jim Hawkins , era solo un ragazzo/

aveva un albero Jim Hawkins/ su cui arrampicarsi/

in alto mare e scrutare il cielo:

le stelle tremano, forse hanno freddo/

o paura dell’ oscura immensità.

 

A Te nata il 1° marzo

 

Nell’intruso silenzio

tu avanzi tra corolle di fiori,

tra luci a filo di nebbie

nel corpo dell’aria

e del tramonto.

Lieve come un sospiro

l’alito del rimpianto s’invola

brucia l’anima di desiderio :

rivivere o  riveder

colei che il volto non riflette

o riflettere non può

sulla culla del sorriso e il pianto

dei giorni miei

Dove a cercar conchiglie di carezze?

Un canto flebile

nel buio d’un pensiero

che non riesce a superare il cielo

e le cadute stelle, viste morire

nelle palme e tra le dita

Dunque questa è solitudine…

dal mare questo è il suo rumore.

 

 

 

Alba di primavera

 

Come l’amore che andava via/

scendeva un’ultima lacrima dai tuoi occhi chiusi/

forse per me?Sotto il sole/ neve/ pioggia/

ti dimentico e poi ricordo/fatti minimi/momenti/

poi mi rassegno/ mi accontento: guardarti passare/

in fondo al giardino, incolore/

ove l’anima naufraga nella felicità che fu/

Alba di primavera/

gelata la strada che conduce ai luoghi…

non più miei: da te/

Tutto è pronto a vestire di meraviglie

malinconia del saperti lontana

ove lo sguardo si perde nel vuoto

e il nulla spalanca voragini buie/

Alba di primavera//Sento il vento

schiaffeggiarmi la fronte col ciuffo di un ramo di mimosa

che accenna a rifiorire/

era anche allora primavera:

tu mi mostravi nel groviglio di rami spogliati

le aiuole, per poco ancora a riposo.

 

Il giardino dei sordi

Estate inoltrata/due donne parlano e ridono /
primordiale complicità tra madre e figlia/
siamo noi/io e te nell’attimo fuggente di uno scatto/
lancinante disincanto del mio presente/
ti somiglio: allo specchio del cielo che trasfigura nuvole in solidale pioggia/
mi guardo/ora sto pensando:”son là fuori , ti sto chiamando con un sussurro”/
dal canoro giardino dei sordi/non rispondi/
è’ la prima pallida luce del giorno/quieta/

stai già cucinando/
tutto ciò che usciva dalle tue mani

recava dolcezza alle mie labbra/
era di marzo l’essenza del fiore/
donna bambina/
era gennaio/senza più sole.
L’ultimo canto

lasciate che risuoni ancora l’eco dei miei passi/

mentre la mia corsa finisce/ il vento non li ha portati via/

rimangono come granelli di sabbia di una riva/

dove pure se  l’onda batte e ribolle

non strappa niente che non rimanga al mare.

Sarà l’ ultimo canto, quando nel mio pugno

racchiuderò una manciata di stelle

e lo sguardo trapasserà il bagliore dell’alba.

Sarà l’ ultimo canto non l’ ultimo respiro d amore.

Lento mi viene incontro l’ abbraccio di un violino per poi dissolversi

mentre il volto di mia madre il sole fa brillare gli occhi e il pianto.

Silenziosa la sera depone nello scrigno il volo di un gabbiano.

Il battito della mia vita si affievolì pian piano/

Un’ onda travolse gli ultimi avanzi di sole e briciole di luna/

la finestra fu chiusa/ quando gli ultimi respiri uscirono/

rimasero solo immobilità e silenzio/

e un rosario corroso di preghiere /

Qui non ho bisogno di parlare/ non c’è pianto/

sotto stipiti di nuvole/

Come il figlio prodigo torno alla terra e al Padre mio.

 

Via Lattea

 

Commuove

questa improvvisa

carezza di vento

che fa vibrare

l’alba della mia anima

che rinasce con te bimbo amato/

desiderato/ cercato per cento, per mille,

per centomila, infinita schiera/

Via Lattea celeste!

Mattino d’Estate/

Tu che nasci

odori di grano/

Fragile/ già mi parli di cose forti!

Presto una stella brillerà vicina/

fiammella della notte/ un Angelo

veglierà sul tuo nome:

Sopra la culla  del mio bimbo/

boccuccia aperta/

manine strette al petto/

serenità di possesso/ latte e miele

Sopra il respiro del suo sonno

L’Angelo veglierà

 

 

Bambina

Bambina/ germoglio di sogni…

Che ora/ appena ora/ la notte denuda/

T’innamori del vento ma ancora non sai…

Onda dell’onda/ del veleggiare/

né del volteggiare di nubi e di cielo/

vedi? “E’ così!”… “E’ così!”…

Ti guardi e tutto vedi a portata di vita/

Bambina/ di usignoli incantati di te/

delle tue mani profumate di aurore e segreti/

Bambina/ arca di un’infanzia ostinata/

Neonata alla luce e alla meraviglia/

Quel rifugio sicuro di nenie e di piume/

già è  passato/ remoto…

Bambina /dagli occhi grandi/ esitante allo specchio/

Bambina/ dagli occhi spalancati/ i capelli svelati/

un po’ ti sorprendi e temi al pensiero d’essere adulta.